La Scuola è di orientamento psicodinamico. La matrice teorica è la Psicologia Individuale elaborata da Alfred Adler nei primi anni ’30 del secolo scorso, in interazione con le grandi figure che hanno dato vita alla psicologia psicodinamica.
La Psicologia Individuale è un corpus teorico dotato di grande coerenza interna; spiega con precisione la formazione della personalità e individua con chiarezza le variabili che orientano lo sviluppo psicologico verso la sanità o verso le deviazioni patologiche. E’ una psicologia pratica che pone grande attenzione alle dimensioni concrete dell’individuo, che va compreso osservando le modalità utilizzate per affrontare i compiti esistenziali dell’amore, del lavoro e della partecipazione alla vita della comunità.
La teoria adleriana propone una visione olistica. L’uomo, per Adler va compreso nella globalità dell’esperienza: il corpo, la mente e la società si integrano nel modello bio-psico-sociale.
La Teoria di Alfred Adler è un sistema concettuale ampio e articolato, molto utile per la comprensione dei dinamismi psichici e dei quadri psicopatologici.
La teoria sottolinea l’unicità di ogni persona che, nel corso della sua storia, costruisce la personale soggettività psichica. La vita, per Adler, è dinamismo e non può essere concepita senza movimento. I processi psichici muovono verso obiettivi che possono essere consapevoli ma anche inconsci.
La Psicologia Individuale è quindi teleologica e non causalistica. Considera la genesi della personalità, ma il suo funzionamento si rivela attraverso gli obiettivi che persegue.
I movimenti psichici seguono la direzione ascensionale, vanno dal basso verso l’alto. L’essere umano è orientato al superamento delle condizioni di inferiorità; ricerca sempre posizioni di superiorità, siano essere reali o fittizie.
La teoria adleriana considera l’influenza dell’ambiente sulla personalità. La vita di ciascuno si sviluppa a contatto gli “altri” e i progetti personali richiedono una giusta dose di sentimento sociale e di armonia tra il “sé” e gli “altri”
La Scuola è di orientamento psicodinamico. La matrice teorica è la Psicologia Individuale elaborata da Alfred Adler nei primi anni ’30 del secolo scorso, in interazione con le grandi figure che hanno dato vita alla psicologia psicodinamica.
La Psicologia Individuale è un corpus teorico dotato di grande coerenza interna; spiega con precisione la formazione della personalità e individua con chiarezza le variabili che orientano lo sviluppo psicologico verso la sanità o verso le deviazioni patologiche. E’ una psicologia pratica che pone grande attenzione alle dimensioni concrete dell’individuo, che va compreso osservando le modalità utilizzate per affrontare i compiti esistenziali dell’amore, del lavoro e della partecipazione alla vita della comunità.
La teoria adleriana propone una visione olistica. L’uomo, per Adler va compreso nella globalità dell’esperienza: il corpo, la mente e la società si integrano nel modello bio-psico-sociale.
La Teoria di Alfred Adler è un sistema concettuale ampio e articolato, molto utile per la comprensione dei dinamismi psichici e dei quadri psicopatologici.
La teoria sottolinea l’unicità di ogni persona che, nel corso della sua storia, costruisce la personale soggettività psichica. La vita, per Adler, è dinamismo e non può essere concepita senza movimento. I processi psichici muovono verso obiettivi che possono essere consapevoli ma anche inconsci.
La Psicologia Individuale è quindi teleologica e non causalistica. Considera la genesi della personalità, ma il suo funzionamento si rivela attraverso gli obiettivi che persegue.
I movimenti psichici seguono la direzione ascensionale, vanno dal basso verso l’alto. L’essere umano è orientato al superamento delle condizioni di inferiorità; ricerca sempre posizioni di superiorità, siano essere reali o fittizie.
La teoria adleriana considera l’influenza dell’ambiente sulla personalità. La vita di ciascuno si sviluppa a contatto gli “altri” e i progetti personali richiedono una giusta dose di sentimento sociale e di armonia tra il “sé” e gli “altri”